Superbonus 110%: il mercato dell’edilizia si riprende o ancora no?

Per il 2021 le stime prevedono una netta ripresa di tutto il comparto edilizio. Il settore delle costruzioni che l’anno precedente, a causa della crisi sanitaria, aveva fatto segnare indicatori di crescita molto negativi, è in chiara ripresa. Le difficoltà del mercato edile in Italia, legate soprattutto al blocco delle attività della primavera del 2020, dovrebbero essere agilmente superate. L’attivazione del superbonus 110% in questo senso, è un prezioso aiuto. Tuttavia su questa ripresa, spronata dalle misure governative, tra cui il super bonus, incombe il dubbio della sostenibilità. I dubbi, tuttavia, potranno però essere risolti tra alla fine di quest’anno, quando si capirà se il +12,7%, stimato per il 2021, troverà riscontro nelle stime di crescita di tutto il settore edilizio.

Buone notizie per il comparto edile

La buona notizia è che la ripresa in atto nel mercato edilizio appare molto più solida e forte di quanto si pensasse fino ad alcuni mesi fa. Inoltre, se consideriamo l’importanza del settore edilizio e del suo indotto, allora il dato di crescita assume un rilievo alquanto importante. Sulle stime di crescita incide, tuttavia, in maniera decisiva, il super bonus 110%. Inoltre non dimentichiamo che, grazie a tassi molto bassi, anche le condizioni dei mutui, assumono un ruolo fondamentale nella crescita del comparto edilizio nazionale. Un altra bella spinta alla ripresa del “mattone” viene dagli incentivi per le opere pubbliche. Infatti per quest’anno, le stime vedono la crescita potenziale attestarsi intorno a un significativo +18,2%.

Tra l’altro, un buon impulso di crescita arriva dalla realizzazione di opere di riqualificazione residenziale. Anche queste trainate dal superbonus 110%. Il settore edile, dopo alcuni dubbi nati da incertezze sulle misure applicative, sta finalmente decollando. Infatti, condomini, imprese e cittadini, sembrano molto attirati dalla possibilità di detrarre un 10% in più sulle spese sostenute per interventi quali: a) riduzione del rischio sismico, b) isolamento termico, c) sostituzione impianti di climatizzazione o di riscaldamento. In base a questi fattori, dunque, non è da escludere che la ripresa del comparto edilizio possa essere più robusta di quella che si era, inizialmente, previsto. Molti fattori e indici lasciano pensare che possa essere così. In considerazione, anche, dell’impatto positivo che il PNRR potrà avere su tutta l’economia nazionale.

Il settore edilizio al centro della ripresa.

Si parte dal presupposto che per incentivare l’ economica nazionale post covid, è necessario investire sul “mattone”. Gli investimenti previsti dal PNRR, infatti, hanno come obiettivo principale quello di fare dell’edilizia pubblica il volano della ripresa economica nazionale. Inoltre, con l’avvio del Superbonus 110% anche tutto il comparto dell’edilizia privata sta ricevendo un forte impulso alla crescita. In questo senso non stupisce, allora, che il mercato immobiliare abbia fatto registrare un importante + 17%, nel primo trimestre di questo anno. Infine, sulla base dei dati elaborati dall’ANCE, circa la metà dei 220 miliardi di euro, stanziati dal PNRR, sarebbero destinati al settore edilizio nazionale. Una cascata di denaro, 107,7 miliardi di euro circa, per dare ossigeno e facilitare la ripresa del settore costruzioni.

Due sono le ragioni principali alla base dell’affermazione e del successo riscosso dal Superbonus 110%. Da un lato, infatti questo strumento, ha contribuito a rilanciare la filiera delle costruzioni, colpita dalla crisi scatenata dal Covid, e dall’altro sta aiutando il paese a raggiungere gli obbiettivi di efficienza energetica e di sicurezza sismica. La misura fiscale del superbonus 110% ha riscosso molto successo. Secondo alcune stime, quindi, a metà estate 2021, grazie questa agevolazione fiscale, sono stati effettuati circa 24.500 interventi di edilizia. Il valore prodotto da questi lavori arriva a circa 3,5 miliardi di euro. Tra le regioni italiane che maggiormente hanno usato il super bonus spiccano: Lombardia, Veneto e Lazio. Nel meridione, infine, dati positivi vengono da Sicilia, Campania, Calabria e Puglia.

Alta velocità, scuole ed efficienza energetica.

Vediamo in quali comparti specifici andranno i fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Come si diceva il totale degli investimenti previsti per il settore edile nazionale ammontano a 107.7 miliardi di euro. Si tratta del 48% del totale degli investimenti previsto dall’intero Pnrr. Un intervento fondamentale. Basta pensare che né Francia, né Germania, i due principali paesi europei di riferimento, hanno deciso di destinare la stessa quantità di risorse dell’Italia al settore dell’edilizia. Infatti, entrambe i paesi hanno destinato il 21% e il 23% di risorse previste dai propri piani di rilancio. In ultimo le stime, per il periodo 2023 – 2026, indicano che il Pnrr e il superbonus possano spingere la crescita a 3,3 punti percentuali del futuro PIL.

Gli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si concretizzeranno principalmente nel campo dell’efficientamento energetico e nella riqualificazione degli stabili. Sono previsti, inoltre, interventi per l’alta velocità ferroviaria e per la manutenzione della rete stradale nazionale. Per le prime due aree d’intervento, il piano prevede l’erogazione di 29,55 miliardi di euro. Per le altre due aree saranno, invece, previsti investimenti per 28,3 miliardi di euro. Altri fondi sono poi stanziati per: a) edilizia scolastica, b) sicurezza sismica, c) miglioramento delle classi energetiche. Discorso a parte va fatto per l’alta velocità ferroviaria. Il piano prevede investimenti per migliorare la rete tanto al settentrione come al meridione. In conclusione sembra logico affermare che con il superbonus 110% il futuro del “mattone” sia piuttosto roseo.

Alcuni problemi

Malgrado tutte le stime e le analisi di settore indichino una forte e veloce ripresa del comparto edile. Tuttavia sono emerse alcune problematiche, almeno nei primi mesi del 2021. Quella più evidente è riferita all’aumento esponenziale del costo dei materiali da costruzione. Nel primo semestre del 2021, infatti, il costo del tondo d’acciaio per calcestruzzo, ad esempio, ha fatto registrare aumenti pari al 150%. Non da meno il prezzo del rame, +30%, a cui segue quello del petrolio +40%. Un tendenza che si deve all’aumento della domanda di materiali stimolata dalla crescita del settore edile su scala mondiale. Nel nostro paese, questa tendenza al rialzo delle materie prime è facilmente imputabile al superbonus 110%.

Il Superbonus 110% uno strumento che riscuote consenso

Per il momento quello che abbiamo visto e analizzato sul superbonus 110%, ci fornisce una fotografia di un incentivo fiscale che incontra il favore della maggioranza degli italiani. Una misura che soddisfa soprattutto quando si applica agli edifici condominiali. Un agevolazione che piace anche quando si tratta di operare su edifici unifamiliari e su unità immobiliari indipendenti. I condomini, in questo senso, fanno la parte del leone aggiudicandosi circa il 43% del valore degli interventi. In questa situazione appare logico e ovvio che il super bonus sia stato prorogato fino al 2023. In questo modo anche le banche, fondamentali per finanziare gli interventi delle imprese edili, vengono stimolate e coinvolte più agilmente, rendendo facile l’accesso al credito per le imprese.