Costruire una casa con la stampa 3D è davvero possibile?

Le nuove frontiere della tecnologia, negli ultimi cinque anni, sono state arricchite dalla possibilità di costruire casa per mezzo della stampa 3D. Le prime notizie che riguardano l’edificazione di abitazioni di questo tipo, sia tramite articoli che tramite filmati pubblicati sulle piattaforme video, sembra che risalgano per l’appunto al 2017, e da allora c’è stato un aumento del loro numero tra il 2018 e il 2019. Il trend non si è arrestato neppure nel corso del 2020, ma nel 2021 e negli anni successivi la nostra casa del futuro potrà veramente essere realizzata con questa specifica tecnica in modo sostenibile sia a livello economico che a livello più squisitamente strutturale?

La stampa 3D, e come è applicata in ambito edilizio

La tecnica della stampa 3D consente la riproduzione di un oggetto a tre dimensioni a partire da un disegno in 3D. L’ordine viene trasmesso alla stampante grazie a un software specifico, e nella stampante c’è un estrusore da cui viene fuso un componente guidato alla realizzazione dell’oggetto che desideriamo. Grazie a questa tecnologia, possiamo produrre dei pezzi unici o standard in breve tempo. Già il fatto che il processo della stampa 3D faccia sì che lo spreco di materiale sia estremamente limitato ci potrebbe permettere di realizzare una vera e propria casa ecologica. In ambito edilizio, ci sono due tipologie di stampanti 3D, i cui prezzi variano dalle centinaia alle migliaia di euro: una a filo e l’altra a solidificazione di resina (fonte: Ediltecnico.it).

Per costruire casa mediante la stampa 3D, abbiamo già detto che abbiamo a disposizione due stampanti, ma adesso approfondiamo le loro caratteristiche. Quella a filo, denominata FDM (che sta per Fused Deposition Modelling), fornisce una procedura più semplice e difatti può essere usata anche da chi ha poca familiarità con questa tecnica di stampa. Quella a solidificazione di resina è basata sull’uso di un raggio laser UV; quest’ultimo, dopo aver colpito una resina liquida posta su una vaschetta, la rende solida. La differenza tra le due tipologie di stampanti verte sulla qualità e sulla tossicità della resina: nel primo caso, la resina ha una qualità minore, ma è meno tossica; nel secondo, essa ha una qualità maggiore, ma è più tossica (fonte: Ediltecnico.it).

Alcuni esempi documentati tra il 2015 e il 2018

Costruire casa tramite la tecnica della stampa 3D, nel 2015, poteva essere considerata un’utopia irrealizzabile, ma a Suzhou, nella Cina orientale, è stata edificata una villa nell’arco di 24 ore. A Dubai, nel 2016, è stato edificato invece un palazzo di uffici destinato al campus dell’allora nuovo Dubai Museum, grazie alla stampa di oltre 250 mq su un piano effettuata nell’arco di 17 giorni. Nel marzo del 2017, è stata riportata la notizia della costruzione di una casa di 38 mq a pochi chilometri da Mosca con una spesa sui 10.000 euro e sempre nell’arco di 24 ore. Ad aprile, la start-up ucraina Passivdom è entrata nelle cronache per la realizzazione di case di 35 mq nell’arco di sole otto ore (fonti: casa.it e iHodl).

Durante l’evento FuoriSalone 2018 tenutosi a Milano, la 3D Housing di Massimiliano Locatelli ha conseguito il Best Sustainability Award grazie alla villa di 100 mq stampata in 3D con la collaborazione di Italcementi e ARUP e presentata nei pressi di piazza Duomo (fonte: Elle Decor). Il 2018 ha anche visto la nascita della possibilità di avere una casa eco-friendly, perché l’azienda RiceHouse ha sviluppato il progetto Gaia, uno studio che permette la stampa 3D in ambito edilizio mediante una miscela composta dal terreno prelevato in loco, da paglia di riso trinciata, da lolla di riso e da calce idraulica (fonte: WASP). E questi sono solamente due esempi di abitazioni realizzate mediante questa tecnica nel corso di quest’anno.

Alcune case documentate tra il 2019 e il 2020

Nel 2019, Wired ha riportato la notizia della costruzione di una casa a forma di uovo grazie alle stampanti 3D nella zona boschiva di Garrison, a nord di New York. E tale struttura di 50 mq, realizzata dallo studio AI SpaceFactory, si diceva che sarebbe stata data in affitto per dei brevi periodi da marzo 2020 in poi. Nello stesso anno, la WASP presenta al mondo TECLA, il primo habitat edificato simultaneamente grazie a più stampanti 3D, e tutto nel segno della sostenibilità ambientale, oltre che economica (fonte: vita.it). La Repubblica, verso la fine del 2019, ha pubblicato sul suo canale ufficiale YouTube le immagini del primo quartiere costruito mediante la stampa 3D a Nacajuca, in Messico.

Con la crisi economica causata dalla pandemia causata dal Covid-19, costruire casa con la stampa 3D, malgrado i costi ridotti rispetto ai metodi tradizionali, poteva risultare più difficile a causa della scarsità di risorse finanziarie. Eppure proprio quell’anno ha visto, tra le altre cose, la prima casa su due piani realizzata a Westerlo, in Belgio, mediante una combinazione tra calcetruzzo e la stampa 3D (fonte: Ingenio). Inoltre, il 6 dicembre, il canale YouTube del IlSole24Ore ha pubblicato un video su una casa costruita con la stampa 3D in Germania, come progetto pilota del governo regionale del Nordreno-Westfalia. Stando agli esempi appena menzionati, sembra che questo specifico settore non abbia conosciuto rallentamenti di alcun tipo.

La situazione delle case stampate in 3D nel 2021

Durante i primi mesi del 2021, sia Forbes che Elle Decor hanno riferito delle notizie di rilievo per quanto riguardano le case realizzate tramite la stampa 3D. Forbes ha riportato che l’azienda americana Sunconomy di Austin, guidata da Larry Haines, ha ottenuto il permesso di mettere in vendita la prima casa monofamiliare realizzata con questa tecnica al prezzo di 238 mila dollari. Elle Decor ha invece riportato la notizia che un’altra società americana, la SQ4D di New York, ha realizzato in 48 ore una casa di 1400 mq a Riverhead, e tale abitazione consiste in tre camere da letto, in due bagni e in due garage a tre posti. Anche questa casa è stata messa in vendita.

Costruire casa con la stampa 3D: tiriamo le somme

I vantaggi della stampa 3D in ambito edilizio comportano la produzione diretta in loco, i tempi di realizzazione relativamente più brevi e i costi più ridotti perché la manodopera è necessaria solo quando bisogna installare i serramenti e gli impianti elettrici. Tra i suoi svantaggi, annoveriamo la mancanza di sicurezza riguardo alla qualità dei materiali e la carenza sia di standard condivisi che di strumenti di certificazione che valgano a livello globale. In ogni caso, questa metodologia, pur sicuramente suscettibile di miglioramenti, è sicuramente da prendere in considerazione per quanto concerne l’edilizia a venire, e si prevede che il numero di case costruite con tale metodo non può fare altro che aumentare (fonte: Ediltecnico.it).