Sempre più italiani lavorano da casa, come fare con i consumi più alti in bolletta?

Il lavoro da casa, reso necessario dalle limitazioni conseguenti alla pandemia e che probabilmente ci accompagnerà ancora per molto tempo cambiando di fatto le nostre abitudine, sta influendo sui consumi italiani in maniera considerevole. Secondo alcuni studi sta incidendo sull’aumenta delle spese telefoniche e internet dei lavoratori di oltre il 190%. Come fare per ridurre i consumi di casa pur essendo costretti a lavorare in casa tutto il giorno? Siamo più di 7 milioni di italiani che da tanti mesi ci troviamo in smart working e oltre a stare pensando dal punto di vista sociale, la situazione si sta facendo notare sulle nostre bollette di casa. Mentre le aziende stanno abbattendo diversi costi.

Trucchi per limitare gli sprechi in bolletta

Se ci troviamo in smart-working sarà impossibile fare a meno del computer e della connessione internet. Possiamo, però, trovare soluzioni per risparmiare qualcosina. Ad esempio, se usiamo un computer fisso non dobbiamo dimenticarci di predisporre lo screensaver, che si attiverà appena il computer starà inattivo per diverso tempo. Quante volte vi è capitato di rispondere ad una telefonata e lasciare tutti i dispositivi accessi pensando che sarebbe durata solo pochi minuti? Il nostro computer grazie al salvaschermo, e alla capacità quindi di entrare in modalità standby, riuscirà a farci risparmiare sul consumo di corrente elettrica. Provare per credere. Altro consiglio fondamentale è quello di spegnere il computer quando si termina di utilizzarlo.

Bisogna evitare di lasciare il computer in standby tutta la notte, perché, anche se sembra inattivo, anche a schermo spento consuma energia elettrica. Non solo il computer va spento ma anche tutti gli altri dispositivi. Monitor, stampanti, tablet, cellulari. Non bisogna dimenticarsi di staccare le i caricatori dalle prese della corrente. Questi, anche se non collegati ai dispositivi, consumano energia elettrica. Si è calcolato che in un anno di caricatori semplicemente lasciati inseriti nelle prese di corrente possono accumulare fino ad una cinquantina di euro. Per diminuire i consumi italiani sulla bolletta non dimentichiamoci di abbassare la luminosità dei dispositivi. Gli schermi di ultima generazione consumano tanta energia per la luminosità.

Tutto quello che non si risparmia con lo smart-working

Gli esperti sostengono che lo smart-working ha avuto un impatto notevole sull’aumento dei consumi italiani. La scelta migliore sarebbe quella di puntare ad un sistema di equa condivisione dei costi del lavoro a distanza tra il dipendente e l’azienda. Necessità o opportunità, continuità alle mansioni professionali o ostacolo alla conciliazione con i doveri familiari, flessibilità e libertà nell’organizzazione della giornata lavorativa o irruzione del lavoro nel tempo solitamente dedicato alla vita privata? Lo smart-working ha messo a nudo pregi e difetti, ci troviamo di fronte a delle situazioni tra le più disparate. Ma quanto risparmiano lavoratori e aziende o quali costi aggiuntivi comporta questo modo di lavorare per entrambe le parti e chi dovrebbe occuparsene?

Se, prima di tutto, si potrebbe pensare che il lavoro da remoto sia sempre sinonimo di risparmio, gli esperti avvertono che la realtà è più complessa. Stiamo assistendo a situazioni molto diverse nelle aziende, che hanno avuto un impatto anche sul modo in cui è coordinato il lavoro agile e le relative spese. Forse la disponibilità di apparecchiature informatiche è l’esempio più lampante in questo senso. Se in alcune grandi aziende la forza lavoro o una parte considerevole di essa è stata in grado di poterne disporre per il lavoro da remoto e quindi portarli a casa, in altri casi non è stato possibile e i dipendenti hanno dovuto assumere l’uso della propria attrezzatura personale, il che ha inciso anche sul consumo dei propri beni.

Lavoro da remoto: quanto ha influito sulle bollette

Dover rimanere a casa molto più a lungo del solito nell’era pre-pandemica significa costi più elevati per elettricità, riscaldamento o aria condizionata, dati Internet e cartucce per stampanti. C’è chi calcola che aumentino anche i costi di pulizia della casa o, almeno, quella parte della casa che viene utilizzata come luogo di lavoro. Quest’estate, ad esempio, l’aver utilizzato un ventilatore da pavimento ha comportato un costo medio di 12,17 euro al mese, se la tariffa è la stessa per tutta la giornata, o 12,65 euro con discriminazione oraria. Il ventilatore da soffitto ha comportato l’esborso mensile rispettivamente di 20,85 euro o 21,69 euro. Il costo è più alto nel caso di aria condizionata.

Un dispositivo con un’efficienza energetica classificata A + implica un costo medio mensile di 24,68 euro o 25,67 euro, mentre una torre portatile spenderà 31,28 euro o 32,54 euro. Il calcolo esatto dei consumi italiani tuttavia, sembra complesso, poiché non sono legate esclusivamente alle mansioni del dipendente. Si potrebbero confrontare le spese di un mese normale prima dell’emergenza con quelle di adesso, ma anche così è complicato, perché, ad esempio, in queste settimane molti lavoratori hanno dovuto stare anche con i propri figli a casa, accompagnandoli nella didattica a distanza. Inoltre, sui costi influiscono anche le luci delle stanze in cui si decide di lavorare: la giusta illuminazione è cruciale per svolgere bene il proprio operato.

Eventi aziendali a distanza: quanto ha risparmiato l’azienda

A loro volta le aziende si liberano degli esborsi legati alla scomparsa di eventi aziendali o di formazione faccia a faccia e alla loro trasformazione in virtuali, all’interruzione dell’emissione del ticket ristorante o al mancato utilizzo di parte della loro logistica infrastrutture come gli uffici, che si traduce in una minore spesa per le forniture. Più che risparmio dobbiamo considerarli come dei trasferimenti di costi, da un luogo di lavoro fisico a uno quasi virtuale. Sarà necessario analizzare se questa riconfigurazione comporta più o meno spese, caso per caso. Al momento, non ci sono prove che questo risparmio sia reale, anche tenendo conto che la maggior parte delle aziende in Italia sono piccole e le spese di questo tipo di aziende non sono enormi.

Consumi italiani: dove sono diminuiti?

A fronte di un aumento delle spese, il lavoro da remoto ha comportato anche dei risparmi. Il più eclatante è quello che si realizza non dovendo recarsi quotidianamente sul posto di lavoro, il che significa risparmiare il costo dell’abbonamento mensile ai trasporti pubblici – tra i 50 euro e i 70 euro, nelle grandi città – o circa 70 euro per la benzina. Se l’azienda non ha fornito il biglietto del ristorante, il dipendente risparmia anche sul costo del pasto. Anche se ci mancano tanto questi piccoli gesti sociali, il non dover prendere il caffè tutti i giorni con i colleghi o non dover comprare, lavare e stirare i vestiti necessari per alcuni lavori, sono un risparmio. Non tutto lo smart-working vien per nuocere.